Per un focus generale sul diritto dell'Unione europea.

Articolo comparso il 28 gennaio 2022 sulla rivista scientifica eunomika a questo link.

Molte persone vivono l'Unione europea come un elemento esterno ed estraneo alla nostra vita quotidiana.
Sembra che l’Unione europea sia qualcosa che, di fatto, non ci riguardi e sia completamente altra da noi, distaccata anche dal nostro ordinamento.
Molto spesso ne sentiamo parlare male, perché qualche antieuropeista addita all'Europa la colpa di tutti i mali e fa sembrare le istituzioni europee dei carrozzoni infernali che dettano ordini, impongono paletti sui nostri conti pubblici, ci hanno distrutto con l'Euro, ci impongono delle vere e proprie “sanzioni” attraverso le procedure di infrazione.
In realtà, non è proprio così.
Il diritto dell'Unione europea, come viene studiato ma soprattutto interpretato oggi non è qualcosa di distante da noi o di diverso dal nostro stesso ordinamento giuridico.
Il diritto dell'Unione europea rappresenta un ordinamento perfettamente compenetrato e inserito nel nostro sistema legislativo nazionale.
L'Unione europea è un'organizzazione internazionale atipica, perché la maggior parte dei suoi atti normativi vanta la capacità di avere cogenza e applicazione diretta nell'ordinamento degli Stati membri.
Se da un punto di vista prettamente teorico gli Stati membri hanno ceduto parte della loro sovranità per entrare nell’UE - come del resto avviene per ogni organizzazione internazionale - è altrettanto vero che quasi tutti gli Stati membri dell’UE si sono dotati - nel tempo e nella storia - di strumenti normativi di rango costituzionale per consentire l’ingresso delle norme unionali nell’ordinamento giuridico.
Si potrebbe dire che noi siamo entrati in Europa, ma l’Europa è entrata dentro di noi.
Mi piacerebbe, quindi, ogni tanto, ripercorrere qui sulla nostra rivista giuridica quali siano e siano stati i milestones fondamentali del diritto dell'Unione europea. L'obiettivo è proprio quello di rendere più fruibile una branca del diritto spesso considerata ostica per chi la studia, difficile per chi la interpreta, ostile per chi proprio non ne vuol sentir parlare.
Cominciamo dalle basi.
Quali sono i principi cardine del diritto dell'Unione europea?
Prima di tutto i valori ed i principi democratici: nell’articolo 2 del trattato sull'Unione europea si parla di dignità umana, di libertà, di democrazia, di uguaglianza, di stato di diritto e di rispetto dei diritti umani.
Ma si parla anche di pluralismo, di minoranze, di non discriminazione, di tolleranza, di giustizia, di solidarietà e di parità di genere.
L'Unione europea promuove la pace, la libertà, la sicurezza e la giustizia, il mercato interno, l'inclusione sociale, la coesione economica sociale e territoriale, senza dimenticare la tutela del patrimonio culturale ed il necessario contributo alla pace e alla sicurezza nel mondo e allo sviluppo sostenibile della terra, con un occhio agli altri popoli, all'equità nel commercio e al rispetto dell'ambiente.
La cittadinanza europea, altro principio fondamentale, poggia prima di tutto sul principio di eguaglianza dei cittadini, a cui si devono conformare tutte le attività delle istituzioni europee.
Accanto ad esso, siede il principio di democrazia rappresentativa, che si manifesta attraverso l'elezione a suffragio universale e secondo il sistema proporzionale di tutti i membri del Parlamento europeo e, indirettamente, anche attraverso la partecipazione dei capi di stato al Consiglio europeo e dei ministri al Consiglio dell'Unione europea.
In Europa però, la democrazia, è anche partecipativa, significando che i cittadini possono riunirsi in associazioni e, anche singolarmente, possono partecipare alla vita democratica e legislativa dell'Unione europea.
La cittadinanza europea, di cui forse non tutti siamo consapevoli, si affianca in tutto e per tutto alla cittadinanza nazionale dei singoli cittadini degli Stati membri.
Essa si manifesta in diversi corollari di libertà e diritti: libertà di circolazione e soggiorno, libertà di stabilimento delle professioni, diritto di elettorato attivo e passivo, diritto di accesso ai documenti delle istituzioni europee.
Particolarmente “famoso”, ma poco sfruttato, è il diritto di richiedere l'intervento del mediatore europeo e la possibilità di presentare petizioni al Parlamento europeo attraverso una apposita commissione denominata “PETI”.
Da non trascurarsi anche il diritto alla tutela diplomatica e consolare nei Paesi extra-UE in cui il proprio Stato di appartenenza non sia rappresentato: se un cittadino dell'Unione europea ha un problema in uno Stato terzo dove non esiste un'ambasciata o un consolato del proprio Paese, può rivolgersi indifferentemente a qualsiasi struttura diplomatica di uno degli Stati membri presenti sul territorio.
Non è un caso, per esempio, che tutti i cittadini europei che abbiano problemi in Corea del Nord si rivolgano all’ambasciata svedese, che ha una forte e importante rappresentanza diplomatica a Pyongyang.
Le istituzioni europee hanno nel tempo predisposto misure per essere trasparenti e per dare ai cittadini la possibilità di avere accesso alle informazioni che riguardano le procedure, gli enti, gli organi e le decisioni a vario titolo e a vario livello prese.
È il principio di prossimità e trasparenza dell'Unione europea.
L'Unione europea deve essere trasparente e il più vicino possibile ai propri cittadini.
Ma la cosa più grandiosa è che anche le persone fisiche o giuridiche appartenenti ad altri Stati non membri possono avervi accesso.
E’ il caso dei respingimenti alle frontiere che possono essere impugnati dagli interessati secondo una procedura abbastanza complessa, descritta anche dal regolamento di Dublino e che un giorno mi piacerebbe trattare. Un misto di diritto civile, penale e amministrativo.
Ovviamente, come in Italia ed in altri Stati membri, il diritto di accesso ha alcune limitazioni che risiedono essenzialmente nella necessità di tutelare alcuni interessi di natura privata o di natura pubblica, specie in relazione a tematiche di sicurezza, giustizia e ordine pubblico. Parliamo, di questioni militari, di relazioni internazionali e di polizia ma anche di protezione di dati personali o di interessi commerciali delle persone fisiche o giuridiche.
Da questi principi discendono a cascata tutte le attività di ogni singola istituzione europea.
Oltre alle istituzioni principali di cui parleremo, si pensi alle agenzie europee o all’Alto Rappresentante per la politica estera di sicurezza comune dell'Unione europea, al Garante europeo per la protezione dei dati personali, e via discorrendo.
Dai principi fondamentali discendono le idee di moneta unica, di Eurosistema, della Banca Centrale Europea e della Banca Europea per gli investimenti.
Concludendo: per essere buoni cittadini, come noto, bisogna conoscere le leggi.
Nelle nostre leggi ci sono anche quelle dell'Unione europea.
Sicuramente, per cominciare a capire l'Unione, bisogna partire proprio dalla conoscenza dei suoi principi fondamentali e delle sue leggi.
Si comincerà con il conoscerla meglio. Si continuerà con il capirla. Si finirà con l'amarla.

Domenico Martinelli